| Le ville del Palladio. |
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Villa Pisani – Montagnana |
Altro modo di declinare una villa. Palladio, dal momento in cui deve costruire un edificio che da una parte ha le caratteristiche di un palazzo di città, perché è sulla strada, anzi sull’angolo di due strade, al centro del paese, e dall’altra, visto che non è la residenza principale dei Pisani, le caratteristiche della villa, inventa una soluzione che è a metà strada tra il palazzo di città e l’unico palazzo di città che ha l’ariosità e la struttura di una villa che è palazzo Chiericati. Infatti tutto è a filo di strada e di muratura, ma vedete la doppia loggia? Svuotatela dei muri ed avrete le ali laterali do palazzo Chiericati. Ed allora ci troviamo un cubo, spigoli vivi: qui non si preoccupa di riparare gli spigoli come ha fatto in villa Pisani a Bagnolo, perché non vuole ripetersi per lo stesso committente, deve trovare una soluzione totalmente diversa.
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Nobilita con il fregio a piatti tondi che fa da cornice marcapiano tra piano terra e piano nobile; ordine dorico ed ordine ionico quindi in contrapposizione; finestre tagliate, senza nessun fregio; elegantissimo per la decorazione il timpano, dove diventa fondamentale lo stemma dei Pisani.
Semplicità assoluta per far risaltare la ricchezza del fregio nel timpano con il casato dei Pisani. Attenzione però! Cosa fa il Palladio: se fa un pieno deve equilibrarlo con un vuoto. Se aggetta, da qualche parte deve rientrare.
La Facciata sul giardino si articola in modo straordinario su questo doppio loggiato.
Non c’è bisogno di affermare la propria autorità, perché siamo nella parte interna della villa, siamo nel giardino ed ecco che quel paramento continuo, la facciata, diventa qui un doppio loggiato arioso, così come il palazzo da cui in qualche modo deriva come idea che è Palazzo Chiericati, anche se il ritmo di questo loggiato è diverso, perché l’intercolumnio centrale è più ampio rispetto ai due laterali: gli spazi sono diversi e quindi anche la cadenza, che risulta più lenta o più veloce.
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A destra, atrio a 4 colonne che deriva dai palazzi di città. Imposta le colonne per permettere lo scarico delle tensioni di costruzione, come l'atrio di palazzo Iseppo Porto. Ecco che torna identico all’interno con la stessa struttura e disposizione del salone crociato della villa. Vedete quindi che nulla, nell’architettura del Palladio va perduto e nulla è, per Palladio assolutamente riferito al palazzo o alla villa, all’esterno o all’interno. Quindi lui gioca con tutti gli elementi architettonici, ricomponendone, alterandone la funzione e utilizzandoli a seconda delle proprie necessità. |
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A sinistra la pianta della villa disegnata a suo tempo dallo Scamozzi.
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